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sabato 20 ottobre 2012

Frittata con la Salsapariglia (Smilax Aspera L.)


Ciao a tutti!!
Torno dopo tanta assenza... finalmente riesco a trovare un po' di tempo per me.

Torno con una ricetta un po' inusuale direi!

Venerdì 19 nell'ambito di un corso molto interessante, aperto a tutti, che sto seguendo ora all'università, "Erbe spontanee di interesse alimentare", sono andata a fare un escursione guidata al Parco del Conero (AN).
Camminando abbiamo incontrato moltissime piante eduli, sconosciute o (purtroppo) dimenticate, che le nostre nonne conoscevano più che bene. Tra queste c'è la Salsapariglia o Stracciabraghe, una pianta lianosa molto ben riconoscibile, sempreverde, che si può trovare facilmente nei boschi di Leccio... Lì era davvero abbondante!
I getti giovani, tenerissimi, assomigliano un po' agli asparagi. Incuriositi, con i miei amici ne abbiamo raccolte un bel po'... e abbiamo fatto questa fantastica frittata che davvero non ha niente da invidiare a frittate con ingredienti più "usuali". DELIZIOSA!

Per chi non avesse familiarità con le piante spontanee: la Salsapariglia è questa qua.


Vi lascio la semplice ricetta:


FRITTATA CON LA SALSAPARIGLIA O STRACCIABRAGHE
Ingredienti (per 4-5 persone):
250 g circa di getti giovani di salsapariglia, circa;
12 uova, o quante siete abituati a mangiarne;
1 spicchio d'aglio vestito;
olio extravergine d'oliva, sale, pepe nero, q.b.


Innanzitutto pulire i getti: è il lavoro più noioso in assoluto, ma ne vale la pena. Vanno lavati, privati delle foglie e quelli più duretti e grossi vanno spellati: come gli asparagi!
Prendete una padella antiaderente dal bordo un po' altro, soffriggete leggermente lo spicchio d'aglio schiacciato nell'olio, aggiungete la Salsapariglia e abbondante acqua calda e portate a cottura, magari coprendo con un coperchio. I getti saranno pronti quando non sentirete più l'amaro e il duro. Buttate quasi tutta l'acqua di cottura e aggiungete un filo d'olio (questo per poter girare meglio la frittata).
Sbattete le uova, salatele, pepatele ed aggiungetele alle verdure cotte. Girate la frittata, finite di cuocere e servite ben calda.

Davvero buonissima!

Vi consiglio caldamente il libro del mio professore di Botanica, il Prof. Fabio Taffetani, che forse qualcuna/o di voi, marchigiana/o ed appassionata/o di botanica, conoscerà già: 

"Rugni, speragne e crispigne. Piante spontanee negli usi e nelle tradizioni del territorio maceratese". 
Macerata, Carima Arte, 2005

P.S.: il Prof. non mi paga i diritti: è davvero un gran bel libro!

Buone erbe spontanee e buon appetito a tutti!!
Besitos,
Babi




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