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martedì 31 agosto 2010

Prugne sciroppate.

Quest'estate a Sarnano ho avuto modo di conoscere ed avvicinarmi molto ad una signora deliziosa, dolce come il suo nome, Matilde. Mi ha regalato un barattolo di pere sciroppate (fantastiche!), e mi ha detto che in questi giorni avrebbe sciroppato anche le prugne. Da noi in dialetto si chiamano "pernicù", sinceramente non so il nome della varietà in italiano, mi informerò! Comunque sono quelle che rimangono verdi all'interno, buccia scura, polpa soda, tipo europeo (allungate).
Attenti (mi rivolgo soprattutto alle ragazze) perchè queste prugne macchiano le unghie... :(

A breve la marmellata!

PRUGNE SCIROPPATE.
Ingredienti:
3 kg di prugne;
1 l e mezzo d'acqua, circa;
4-5 cucchiai di zucchero.

Lavate le prugne, meglio se con il bicarbonato o il disinfettante per verdure. Sciacquatele bene con abbondante acqua e asciugatele. Tagliatele a metà, e in alcune delle metà lasciate il nocciolo (a detta di Matilde, conserva meglio il sapore).
Disponetele, in barattoli dall'apertura larga, mettendole con la parte tagliata in basso, schiacciandole leggermente sul fondo (ma non troppo!). Continuate a mettere prugne fino ad arrivare ad un paio di centimetri dall'apertura del vaso.
In una bottiglia, mettete l'acqua, e fate sciogliere bene lo zucchero. Versatelo nel barattolo, ma non coprite del tutto le prugne.
Chiudete bene il barattolo e fatelo bollire al massimo per 5 minuti.

Si possono preparare così anche pesche e pere. L'importante è far bollire i barattoli il meno possibile. Se si sono chiusi bene si conservano anche un'anno. Altrimenti mangiatele subito.
Mi raccomando, attenzione alle parti rovinate: inacidiscono tutto.
Potete preparare anche le prugne direttamente intere, restano un po' più dure. Ovviamente serve un signor barattolo! :)

Besoooos!
Babi

giovedì 26 agosto 2010

Cheesecake al caramello.


Volevo preparare qualcosa di speciale per il mio ragazzo, per il nostro quarto anniversario... essendo in vacanza e non avendo il mio amato forno, non volevo rischiare con una cosa delicata, e alla fine ho pensato che, data la calura, poteva essere un’idea un dolce senza cottura, che poi avrei portato anche ai vicini di roulotte che ci hanno invitato per il caffè. Dato che era per Michele avrebbe dovuto essere super dolce, ma anche una cosa che sono sicuro sarebbe piaciuta. In effetti devo ancora trovare qualcuno che non gradisca la Cheesecake.
La ricetta è della mia Serena, e questo è il suo blog.
E dato che doveva essere supergolosa....


CHEESECAKE AL CARAMELLO
Ingredienti.

Per il fondo:
300 g di biscotti secchi (io uso dei famosi biscotti inglesi “digestivi”);
100 g di burro.
Per la crema:
500 g di ricotta;
250 g di formaggio fresco spalmabile (una famosa città americana ;) );
5 cucchiai di zucchero, meglio se a velo;
½ bicchiere di latte o panna fresca;
4 fogli di colla di pesce;
scagliette di cioccolato fondente, a piacere.
Per il sopra:
200 g di zucchero, circa;
acqua, q.b.

Preparate il fondo, frullando i biscotti ed incorporando il burro sciolto sul fuoco. Schiacciatelo sul fondo di uno stampo a cerniera, con solo il fondo coperto da un disco di carta forno. Mettetelo in frigo a raffreddare.
In una ciotola mescolate ricotta, formaggio spalmabile e zucchero. Ammollate in acqua fredda i fogli di gelatina per dieci minuti, poi strizzateli bene. In un pentolino scaldate il latte (o la panna) e scioglieteci dentro la gelatina. Fate raffreddare e poi incorporate al resto, insieme alle scagliette di cioccolate. Versate il composto sopra il fondo e riponete in frigo. Non lo toccate per 3-4 ore.
Preparate il caramello così (armatevi di pazienza), fatelo freddare un po’, poi versatelo sulla torta.
Servite, con un po’ di panna montata leggermente smontata (rileggendolo fa un po' ridere!).

Le scagliette sono a piacere, ovviamente, ma sono carine da presentare e ci stanno bene… sembra gelato alla stracciatella! Il caramello è un optional, la Cheesecake è buonissima anche al naturale. A me piace molto coi frutti di bosco, presto la rifarò. Non perdetevi le prossime puntate :) .
Buona golosità a tutti.
Besos, vostra,
Babi

domenica 22 agosto 2010

Ragù tradizionale.


Quando sfoglio i vecchi libri di cucina, o semplicemente ripenso a quando cucinava mia nonna, e mia madre disperatamente le chiedeva di non esagerare coi condimenti, mi meraviglio di come fosse possibile che la gente arrivasse a campare più di 80 anni con quella dieta. Eppure il mix di lavoro nei campi, vita sana e gioia di vivere sembrava essere la ricetta della lunga vita.
Il ragù di nonna io me lo ricordo meravigliosamente pesante… Mia madre diventava pazza ogni volta che la vedeva aggirarsi con il lardo in mano, ma in fin dei conti il ragù di nonna significava domenica, e la domenica significava e significa festa. Quando nonna ci ha lasciati, il ragù della domenica è diventato molto meno ragù e molto più “babbo ha il colesterolo alto”.
Quando con mia madre, a Herbaria, abbiamo trovato il volume sulla cucina tradizionale del Maceratese, della collana “Ricette, Ricordi, Racconti” di Manuela di Chiara, questa è stata la prima ricetta che ho cercato. Molti sono i termini dialettali, cercherò di tradurli.



RAGù TRADIZIONALE MACERATESE
Ingredienti:

800 g di passata di pomodoro;
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro;
600 g di carne macinata mista;
1 salsiccia;
200 g di rigaglie di pollo;
1 fegatino di pollo;
1 animella di vitello;
1 fettina di lardo bianco;
1 fettina di guanciale;
qualche osso da sugo;
mezza carota; 1 cipolla piccola; 2 agli vestiti; 1 gambo di sedano;
mezzo bicchiere di vino rosso;
un bicchierino di latte;
un ciuffetto di maggiorana; qualche foglia di salvia;
una noce di burro;
olio extravergine d’oliva, sale, pepe q.b.

Mescolate la carne macinata con il ripieno della salsiccia; pulite le rigaglie e tagliatele a pezzi piccoli piccoli; tagliate a tocchetti il guanciale.
Se avete a disposizione l’animella, mettetela in una pentola, coperta d’acqua e cuocetela per 6-7 minuti a partire dal bollore. Una volta cotta va tagliata anch’essa a dadini.
Tritate la cipolla, il sedano, la carota, la salvia e la maggiorana, e mescolatele al lardo. In una pentola piuttosto grande, versate un po’ d’olio e la noce di burro, fateli scaldare e quindi aggiungete l’aglio e il lardo mescolato al soffritto. Aggiungere il guanciale, le rigaglie e le ossa.
Dopo averle fatte rosolare, sfumate col vino rosso, aggiungete un paio di bicchieri di acqua calda, abbassate la fiamma e cuocete così per un’ora, girando di tanto in tanto.
Passata l’ora, aggiungete la carne macinata e l’animella, rosolate finchè non cambia colore; dopodichè aggiungete la passata di pomodoro e quindi il concentrato di pomodoro diluito in un po’ d’acqua. Salate e pepate. Coprite, ma non del tutto, e fate cuocete per un paio d’ore. In caso diventasse troppo denso, allungate con un po’ d’acqua. Una decina di minuti prima di toglierlo dal fuoco, aggiungete il fegatino di pollo spezzettato ed il latte.

Ovviamente si può ridurre di molto la lista degli ingredienti, per fare una versione più abbordabile e magari meno grassa. Questo sugo io lo faccio una volta all’anno o due, e bastano ed avanzano!
Potete sostituire il guanciale con la pancetta, fare a meno di animella e fegatini, ed al limite anche delle rigagne, anche se queste ultime io non le trascurerei. Le ossa da sugo basta chiederle al vostro macellaio, ve le darà volentieri; è bene che siano di più animali, magari con qualche nervetto. Con questa dose di ragù potete condire una teglia di “vincisgrassi”, piatto tipico maceratese, noto ai più come lasagne. Ma terrei a sottolineare che le lasagne sono nate proprio dai nostri vincisgrassi maceratesi, famose da secoli.
Buona domenica!
Babi

sabato 21 agosto 2010

Torta di erbette.

Sarnano 2010: settimana di campeggio in montagna, di terme per la sinusite (ahi! che dolor!) e di mangiate!
Come l'anno scorso, siamo stati invitati dal vicino di roulotte alla sua megacena di compleanno, e la moglie mi ha chiesto di preparare una tortina salata da portare come antipasto. Ovviamente ho fatto anche un dolce (:-p), ma questa è un'altra storia!

Semplice semplice, piace sempre a tutti!
Dal Millericette della mamma.


TORTA SALATA DI ERBETTE.
Ingredienti
Per la pasta Briseè, le proporzioni:
300 g di farina;
150 g di burro;
un cucchiaino di sale;
un cucchiaino di zucchero;
acqua fredda, q.b.
Per il ripieno:
500 g di erbette miste;
300 g di ricotta;
100 g di prosciutto cotto;
1 uovo;
100 g, circa, di parmigiano reggiano;
uno spicchio d'aglio;
sale, pepe, burro, q.b.

Impastate in una ciotola farina e burro ammorbidito a temperatura ambiente, insieme a sale e zucchero, fino ad ottenere una pasta omogenea, liscia, non elastica. Riponetela in frigo, arrotolata nella pellicola, per minimo 2 ore.
Lessate le erbette in acqua salata, scolatele molto bene e sminuzzatele col coltello il più possibile. Saltatele in una padella con una noce di burro e uno spicchio d'aglio, lasciarle insaporire e poi freddare.
Quando sono fredde, in una ciotola, aggiungete la ricotta, l'uovo e il parmigiano.
Foderate uno stampo di pasta briseè, e stendete su di essa il prosciutto cotto. Poi versate l'impasto e livellatelo per bene.
Cuocete in forno a 170° per una mezz'ora, quaranta minuti.

giovedì 19 agosto 2010

Dolci rose.


Farina, lievito, burro, marmellata e naturalmente una pioggia di zucchero: e comincia una magia che ci porta in un prato di croccanti, delicate, golose roselline!
Avevo un sacco di lievito in via di scadenza, che avevo comprato una volta per fare una pizzata che poi è andata a monte, e proprio non sapevo che farne. Ho pensato di fare il pane, ma con quello che avevo… 7 kg di pane sono un po’ troppi! Cercando nell’arcaico “Millericette” del ’65, edizione Garzanti, ho trovato questi pasticcini da merenda golosa. Al gusto hanno un qualcosa di appiccicosamente carnevalizio, ma anche ad Agosto le dolci rose hanno riscosso un certo successo: cinque mi sono spariti da sotto il naso, calde di forno.


DOLCI ROSE
Ingredienti (per 15 rose):
300 g di farina;
100 g di burro;
100 g di zucchero;
2 uova;
30 g di lievito di birra;
latte, marmellata, zucchero a velo vaniglinato q.b.

Sulla tavola impastate la farina con le uova intere ed il lievito sciolto in un po’ di latte. Maneggiate l’impasto finché non diventa bello morbido e non appiccicoso.
Stendete la pasta ottenuta col mattarello, fino ad ottenere una forma quanto più rettangolare possibile, spesse all’incirca mezzo centimetro. Copritela con un sottile velo di marmellata del gusto che preferite, ma vi consiglio gusti dolci, come albicocca o ciliegia: io ho usato la marmellata di albicocche che abbiamo fatto quest’anno a casa mia. In un pentolino, sciogliete il burro (appena appena, non fatelo scaldare troppo) insieme allo zucchero, e versate non più di 2 o 3 cucchiaiate sopra la marmellata.
Arrotolate la pasta come si fa con la sfoglia delle tagliatelle, e tagliate delle rondelle di 2 cm di altezza. Disponete le rondelle orizzontalmente su di una teglia rettangolare da pizza ricoperta di carta forno, ed aprite leggermente i “petali” per dare la forma della rosa.
Riponete le rose in un posto caldo e aspettate che lievitino, circa del doppio. Dopodichè versate il resto del composto di burro e zucchero tra petalo e petalo.
Infornate in forno tiepido, regolato a 160 °C per una ventina – trenta minuti.
Appena tolte dal forno, cospargete le dolci rose di zucchero a velo, meglio se vaniglinato.

Le mie probabilmente sono lievitate troppo poco, causa una finestra aperta che ha creato una corrente di cui non mi ero accorta, per cui sicuramente a voi verranno più grosse: regolatevi con le distanze nella teglia!
Buona merenda (o colazione, perché no) a tutti!

Ciaoo! Baci!
Babi

martedì 17 agosto 2010

Pesto verde.



L'estate è anche la stagione dei pranzi leggeti e veloci, delle paste fredde, e del mio amato basilico. In effetti non ho una gran passione per le pasta fredde (mangio volentieri solo l'insalata di riso), ma i sughi veloci d'estate sono un must. E proprio perchè sono piena di basilico ho deciso di fare un bel po' di pesto, per poterlo consumare nel periodo che passeremo a Sarnano.
Non aggiungo aggettivi di località a "pesto" perchè sarebbe un sacrilegio, non oso... Anche perchè non ho a disposizione un mortaio di dimensioni utili.
Le dosi sono indicative, comunque prese dal vecchio "Millericette" della mamma, stampato nel 1975, un manuale per la classica novella moglie che non ha mai cucinato e che non sa dove mettere le mani anche per le ricette più semplici. Ogni tanto ci trovo cose fantastiche.


Faccio una piccola premessa, molto importante, sul frullatore.
Il frullatore migliore per fare il pesto (e non solo) è quello che non lo "cuoce", ovvero che non abbia il motore sotto al bicchiere, che scalderebbe inevitabilmente il contenuto. Ho 3 frullatori a casa, e li alterno secondo l'uso. Per il pesto ho usato un frullatore semplicissimo, col bicchiere di plastica, la lama con l'inserto in plastica per miscelare meglio e il motore che si appoggia sul tappo. Prima di fare il pesto è bene mettere bicchiere e lame in frigo per un paio d'ore, debbono essere fredde.



PESTO VERDE col frullatore.
Ingredienti (ci condite 10 porzioni, forse più):
2 agli (se sono quelli di casa ne basta uno);
un pugno piccolo di pecorino sardo grattugiato;
un pugno abbondante di parmigiano reggiano grattugiato;
un pugno di pinoli;
3-4 noci;
un mazzetto abbondante di basilico;
olio extravergine di oliva, q.b.

Raccogliete il basilico, lavatelo bene e asciugatelo. Se volete fare prima usate la centrifuga asciuga-insalata. Nel bicchiere del frullatore mettete tutti gli ingredienti, tranne l'olio e fate partire. Quando vedete che non gira bene, aggiungete un po' d'olio e continuate fino a che non è perfettamente emulsionato. Non esagerate col frullatore, deve essere lavorato il meno possibile.
Una volta pronto, se non lo usate subito, mettetelo in un barattolo, copritelo d'olio e mettetelo possibilmente in frigo, specie d'estate.
Si conserva bene, ma io nn oserei oltre i 3-4 giorni. Attenzione all'aglio, si sente bene, quindi chi nn lo gradisce ne metta molto poco: mio fratello ha protestato. Le noci sono facoltative, ma a me piacciono molto. Altra cosa, se alla fine il gusti viene amarognolo, quasi piccante, è perchè probabilmente avete esagerato col pecorino. Tamponate col dolcissimo parmigiano.
Sentirete che profumo... :)
Besos! Vostra,
Babi

domenica 15 agosto 2010

Impepata di cozze con pomodori ciliegini.



... un barbecue magistrale in riva ad un lago... un picnic improvvisato in montagna... il pesce fritto mangiato in piedi dopo una corsa per cercare un bancarella aperta alla fiera... trovare l'unico ristorante aperto alle due di pomeriggio che servisse l'astice...
Ho avuto un sacco di avventure all'ora di pranzo d'estate: il pesce le vale tutte.
Anche passare un'ora a grattare e pulire quelle dannatissime, deliziose cozze.



IMPEPATA DI COZZE a modo mio.

Ingredienti (per 3-4 persone):
1 kg di cozze;
pomodorini ciliegia;
2 - 3 agli;
un mazzetto di prezzemolo;
vino bianco secco;
sale, pepe, peperoncino, olio extravergine d'oliva q.b.


Pulite bene le cozze. Eliminate quelle rotte, saranno piene di sabbia! Sciaquatele bene con l'acqua.
In una padella larga con dell'olio, mettete le cozze intere insieme all'aglio e al prezzemolo tritati (avanzatene un po' per dopo). Aggiungete un po' d'acqua e di vino. Aspettate che le cozze di aprano tutte. Non debbono cuocere troppo, non ce n'è bisogno. Quelle che non si aprono, anche dopo parecchio tempo che sono sul fuoco, gettatele.
Quando saranno quasi pronte, aggiungete dei pomodori ciliegini tagliati a quarti nel senso verticale (così i quarti rimarranno belli interi). Salate pochissimo, o non salate per niente.
Fateli cuocere un po', poi spegnete. Aggiungete pepe a piacere e spolverate con del prezzemolo tritato fresco.
Servite con dei crostini, o pane tostato.


Questa è solo una mia interpretazione. Con questa "impepata" si può anche condire una bella spaghettata!
Buon pesce a tutti, e buone vacanze..!

Beso!
Babi

giovedì 12 agosto 2010

Pollo ai peperoni.



Ripensando a quello che mi ha detto Maria Letizia, una mia compagna di corso, ho pensato di aggiungere una semplice ricetta di un secondo. Perchè anche se "i dolci danno più soddisfazioni", è vero che a tavola non si può portare sempre quelli! Con questa ricetta ho messo finalmente a tacere il mio inaccontentabile padre... Amen!
Rivisitazione della ricetta tradizionale, che prevede introvabili polli ruspanti. Chi ne avvista uno, vi prego, mi chiami.


STRACCETTI DI POLLO AI PEPERONI E OLIVE
Ingredienti (per 4-5 persone):
1 pett
o di pollo e mezzo;
2 peperoni gialli maturi;
2 peperoni rossi maturi;
una manciata di olive nere sott'olio (possibilmente caserecce);
1/2 bicchiere di vino rosso;
1 rametto di rosmarino;
5-6 agli vestiti;
olio extravergine d'oliva, sale, q.b.
Lavate bene e tagliate a pezzetti i peperoni. In una padella antiaderente piuttosto grande, versate un bel fondo d'olio d'oliva e fatelo scaldare. Dopodichè aggiungerete gli agli leggermente schiacciati col palmo della mano e poi i peperoni. Rosolateli un po' nell'olio, salateli, poi sfumate con il vino rosso (io faccio ad occhio, e coi peperoni abbondo spesso e volentieri!). Quando sarà evaporato, aggiungete un po' d'acqua calda, coprite la padella e fate cuocere con calma. Aggiungete il rametto di rosmarino, intero.
Pulite i petti di pollo dagli ossetti e fagliateli a striscioline non troppo piccole. Salatele. Passate le striscioline nella farina, senza troppa cura, non usatene troppa.
Quando i peperoni saranno appassiti, e grazie al vino, avranno prodotto una specie di salsa, buttateci dentro le striscioline di pollo,insieme alle olive. Fate cuocere, rimuovete il rametto di rosmarino e servite.


Ovviamente non è la più leggera delle ricette (viva i peperoni!), ma è molto saporita, a dispetto della carne bianca del pollo. Un ottimo piatto unico, con magari abbinato un po' di riso.
Bon appetit!
Babi

mercoledì 11 agosto 2010

Torta cacao e pere.


"Ma perchè cavolo non fai mai qualcosa di classico?! Ma fai un ciambellone!". Avendo mangiato per 15 anni i ciambelloni della nonna, per quanto lo adorassi, ogni volta che mia madre mi dice di fare un ciambellone mi sento male :-D! Ogni volta trovo fantomatiche scuse per non darle retta... Stavolta avevamo concordato per una torta di mele (Sere mi spiace ma copierò la tua! :)), ma per mancanza di limoni mi sono ingegnata diversamente: "Ma mamma, scusa, ma non abbiamo le pere San Pietro avanzate?".
Le pere San Pietro, sono frutti piccoli, di una vecchia cultivar estiva italiana, molto presente nelle Marche. Dolci, sode e deliziose. Ho preso la ricetta qui, dal blog "The sweet world of mrs. chiccamart", una vera regina delle torte, ma è completamente rivisitata! Spero che l'autrice possa perdonarmi.


TORTA SOFFICE, CACAO E PERE
Ingredienti:
3 uova;
200 g di zucchero;
200 gr di farina;
50 gr di fecola di patate;
100 g di latte, circa;
110 g di burro;
1 bustina di lievito;
aroma di arancia;
4-5 pere piccole San Pietro (se usate le Abate ne basta una!);
cacao amaro, zucchero a velo, cannella in polvere, q.b.;

Montate innanzitutto le uova con lo sbattitore, dopodichè aggiungete lo zucchero. A questo punto la ricetta prevede l'aggiunta di succo d'arancia, che però non è di stagione, quindi incompatibile con le pere estive. Io ho messo il latte e l'aroma di arancia che si trova in bottigliette. In seguito, aggiungete la farina, la fecola ed infine il lievito. A questo punto fondete il burro in un pentolino, poi fatelo raffreddare per bene; solo dopo incorporatelo all'impasto. "Colorate" l'impasto con del cacao amaro in polvere, poi versatelo in uno stampo (io ho usato il mio fedele stampo rotondo a cerniera da 24 cm di diametro), imburrato e infarinato. Disponete sulla torta delle fettine di pere a raggiera, come si fa per la torta di mele, affondandole un po'.

Cuocete in forno a 160° per circa 30 minuti. Lasciate raffreddare, sformate e ricoprite con dello zucchero a velo mescolato con un po' di cannella in polvere.


Una delle mie torte migliori, sofficissima.
Probabilmente il succo d'arancia avrebbe dato un'altro sapore, ma non mi piace mischiare verdura e frutta invernali/estive. Se avete a disposizione pere ed arance contemporanemente, o gradite torte molto dolci, fate riferimento alla ricetta originale (questa).
A posto della fecola di patate potete tranquillamente usare tutta farina, ma la fecola rende la torta molto più soffice e leggera.
Comunque io vi consiglio di rispettare la ricetta così come ve l'ho data: per me, è perfetta. Cannella compresa.

Buona giornata a tutti!
Un bacio, Babi

martedì 10 agosto 2010

Biscotti al burro e cacao.

Avevo un pomeriggio libero e tanta voglia di coccolare il mio amore, che sta inevitabilmente ingrassando per colpa mia... così, giusto per gradire, ho preparato delle pastine da tè, semplici semplici, molto fragranti e non troppo dolci, come piacciono a me. A vista sembrano gli "Abbracci" della nota marca di biscotteria... niente a che fare! Hanno un sapore molto inglese, invece.
Provateli col tè verde. Quello che si vede sul fondo della tazzina è proprio tè verde giapponese in foglie: potete trovarlo in qualsiasi negozio che vende cibi internazionali. Se aggiungete un po' di menta avete trovato la ricetta per un bel un pomeriggio di chiacchiere tra amiche.


La ricetta dei biscottini l'ho trovata sul libro "Dolci" della collana Piccole Perle di Demetra.

BISCOTTINI DA Tè BURRO E CACAO.
Ingredienti:
180 g di burro fresco;
180 g di farina;
70 g di zucchero a velo;
30 g di cacao amaro;
1 uovo;
1 bustina di lievito vaniglinato;
sale.


In una ciotola, tagliate il burro a pezzettini e lasciatelo fuori dal frigo per un po': dopodichè con un cucchiaio di legno, lavoratelo a lungo, finchè non diventerà una crema soffice soffice.
Poco alla volta aggiungete lo zucchero a velo, ed a seguire l'uovo. Incorporatelo bene, mi raccomando! Poi aggiungete la farina, setacciandola, un pizzico di sale ed infine il lievito.
A questo punto separate l'impasto a metà: ad una delle due metà aggiungete il cacao.
Coprite una piastra da forno (non vi basterà una sola) con la carta forno. Con l'aiuto di un sac a poche, o di una siringa per dolci, disegnate dei semicerchi (io ho fatto le metà di un cuore) "bianchi". Poi chiudete la forma con l'impasto al cacao.
Cuocete in forno già caldo, a 160 °C per una ventina di minuti.

Tenete conto che i biscotti si allargano, si gonfiano e si schiacciano: non li mettete troppo vicini! Mi sono resa conto che la parte al cacao si schiaccia meno: vi consiglio di aggiungere un'altro po' di farina all'impasto bianco, se volete che mantenga la forma esatta che gli date. Sono semplici, ma fanno un grande effetto, serviti col thè.

Happy tea time!
Babi

lunedì 9 agosto 2010

Orecchiette alle zucchine e pancetta.


Quando mia madre è tornata da casa della vicina con una borsa piena piena di zucchine appena raccolte mi sembrava di sognare! Mi ci tufferei nelle zucchine.. ^^ Dopo averne fatta una scorpacciata la sera prima (in padella, con le cipolle, e un paio di pomodorini freschi a pezzetti.. Wow!), mi serviva un'idea per finirle... poi è arrivata l'ora di pranzo, e come al solito ho cercato l'ispirazione nella credenza dove tengo la pasta secca.

A febbraio sono stata in Puglia con il mio amore, e ovviamente ho portato a casa le orecchiette! Me ne sono avanzate un pacchetto, ed ecco l'idea.
Scusate la qualità della foto, ma la macchinetta che ho usato è mezza rotta e si spegne quando scatto... :(



ORECCHIETTE ALLE ZUCCHINE E PANCETTA.
Ingredienti:
380 g di orecchiette pugliesi (per capirci, non la pasta secca a forma di orecchiette!);
2 zucchine piccole;
1 fetta spessa di pancetta dolce;
1 fetta spessa di prosciutto crudo;
parmigiano o pecorino grattugiato;
cipolla, olio d'oliva, sale, pepe, q.b.

Portate a bollore una pentola d'acqua, mentre preparate le zucchine.
In una padella antiaderente soffriggete un bel po' di cipolla, poi tagliate le zucchine (se sono piccole a rondelle, ma prima controllate che non contengano semi). Unitele alle zucchine e salatele. Cuocetele nella padella a fuoco medio, aggiungendo un po' d'acqua: non perdetele di vista, comunque.
In un'altra padella mettete un'altro filo d'olio e saltate prosciutto e pancetta tagliate a dadini. Quando le zucchine saranno cotte, incorporate la pancetta e il prosciutto.
Cuocete le orecchiette, e una volta pronte, saltatele nel condimento. Pepate a piacere.
Servitele con del parmigiano grattugiato, o del pecorino, per un sapore più intenso.

Si potrebbe usare solo la pancetta, invece di pancetta e prosciutto, ma io trovo l'abbinamento saporito e meno "condito". Tra parmigiano e pecorino, se ne avete la possibilità vi consiglio il secondo!
Pensavo che niente fosse fantastico come orecchiette e cime di rapa: sbagliavo! :)
Provatele, non vi pentirete. Mi farete sapere!

Besitos!
Vostra, Babi.

venerdì 6 agosto 2010

Biscotti al caffè.

L'odore del caffè mi fa pensare a tante cose, tra cui quanto cavolo mi mancava l'espresso in Germania, e quanto mi piace prenderlo nelle tazzine dipinte a mano della nonna, che maneggio come se fossero un tesoro prezioso... :)
Il caffè, croce e delizia! Per via del mio stomaco che mi ha dichiarato guerra dall'anno scorso, devo fare tanta attenzione ai cibi acidi, e rinunciare spesso e volentieri a latte e caffè: uffa! Siccome proprio non riesco a rinunciare a lui, la mattina, ho trovato un piccolo espediente: lo metto nei biscotti. Questi deliziosi biscottini sono perfetti per la colazione: sanno di caffè, non sono troppo dolci e si preparano al volo!
Ecco a voi la ricetta di Manuela di Chiara, che non ho quasi per niente toccato.



BISCOTTI AL CAFFE'

Ingredienti: (fate le proporzioni se ne volete fare meno!)
500 g di farina;
2 uova;
200 g di zucchero;
100 g di burro a temperatura ambiente;
1 tazzina di caffè freddo zuccherato;
1bustina di lievito;
sale.

Per prima cosa preparate il caffè e zuccheratelo: una tazzina, per regolarvi è circa 50 ml, ma non è assolutamente necessario essere tanto precisi.
Fate una fontana con 4/5 della farina, al centro versate l'uovo leggermente battuto, tutto lo zucchero, il burro a pezzettini, una presina di sale (non trascuratelo!), il caffè ed infine il lievito. Mescolate tutti gli ingredienti fino a quando otterrete una massa piuttosto morbida: usate il resto della farina per infarinare la spianatoia.
Non lavoratela troppo! La caratteristica di questi biscottini è che debbono restare quasi "grezzi".
Stendete la pasta sulla tavola, fino ad uno spessore di circa un dito. A questo punto scegliete la forma che volete: io li faccio romboidali e li incido sopra con la forchetta. Disponeteli in una lastra ricoperta di carta forno o imburrata, e cuoceteli in forno preriscaldato a 170 °C, per circa 20 minuti.
Una volta pronti, debbono risultare croccanti fuori e morbidi dentro.

Volendo si può sostituire il caffè espresso o della moka con il caffè solubile (anche se non lo consiglio): in questo caso, sciogliete 4 cucchiaini rasi in una tazzina di latte tiepido. Non vi preoccupate che la pasta non è liscia liscia:vedrete il risultato! Buona colazione ^^

Besos! Babi

giovedì 5 agosto 2010

Parmigiana.


“Se ci sono tre cose che non mi piacciono sono formaggio, pecora e melanzane!” dicevo, prima di andare in Grecia, dove oltre allo yoghurt, melanzane pecora e formaggio sono pure nel gelato, ed assaggiare la Moussaka, tipico sformato di melanzane e carne d’agnello: WOW! È stato allora che ho fatto un fioretto: cancellare “non mi piace” dal mio vocabolario! Non è che adesso abbia superato l’avversione per l’agnello (anche se siamo sulla buona strada ^^ ), ma ho cambiato decisamente idea sulle melanzane: preparate in alcuni modi sono meravigliose! Ed ora la mia casa è intrisa di profumo di…(riadattata dal volume “la cucina tradizionale del territorio maceratese”, collana Ricette, ricordi, racconti).


PARMIGIANA DI MELANZANE

Ingredienti:
3 grosse melanzane rotonde;
500 g di pomodori maturi (o 400 g di pelati in barattolo, se vi è più comodo);
parmigiano reggiano grattugiato q.b. (circa 6, 7 cucchiai);
1 mozzarella ben soda;
2 uova;
pangrattato;
qualche foglia di basilico;
una noce di burro;
olio extravergine d’oliva (io uso praticamente solo quello);
sale, aglio.


Innanzitutto preparate la salsetta: se avete i pomodori freschi (io li avevo di casa mia!) sarà profumatissima. Rosolate uno spicchio d’aglio in un paio di cucchiai d’olio, e quando sarà caldo buttateci i pomodori a pezzetti. Se avete tempo sarebbe bene bollirli e sbucciarli, ma io li preferisco con la buccia. Lasciate bollire un dieci minuti, poi aggiungete un bicchiere d’acqua e le foglie di basilico: abbondate pure! Fate restringere la salsa e spegnete il fuoco.
Tagliate le melanzane a rondelle, e mettetele subito con un po’ di sale: altrimenti diventeranno subito nere. Scolatele dall’acqua che avranno lasciato e poi passatele nell’uovo e quindi nel pangrattato.
A questo punto avete 2 possibilità: seguire la pancia o la dieta! La ricetta originale e quella più gustosa prevede che vadano fritte, in olio di semi, poi ben scolate. La ricetta che il vostro fegato preferirà, e quella che ho fatto io, è passarle in forno. L’altra alternativa è grigliarle.
Quando saranno pronte, preparate il piatto. Imburrate una teglia da forno (non troppo grande!) e velatela con un po’ di salsa. Poi aggiungere uno strato di melanzane, la salsa, la mozzarella a tocchetti e poi uno strato di parmigiano. Continuare così fino all’ultimo strato. Coprite le melanzane con il parmigiano e poi con la salsa.
Mettete in forno già caldo a 180 °C.



Le mie solite piccole avvertenze. Attenzione a non farla asciugare troppo, altrimenti sarà una specie di mattonella, ne' troppo poco, caso molto peggiore: le melanzane rilasciano molta acqua. Io faccio così; dopo averle tagliate, le metto in una ciotola e le salo. Così, non solo non anneriranno, ma rilasceranno molta della loro acqua.
Altra cosa: non esagerate (come ho fatto io :-P) con le dimensioni della teglia: se volete più strati, usate una teglia rettangolare di quelle per 4 porzioni o una rotonda da 22-24 cm di diametro.
Altra cosa: se volete servirla come primo piatto, aggiungete della besciamella... uno sproposito di calorie, ma chissene!

Besitos!
Babi
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