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martedì 27 luglio 2010

Maritozzi.

Quando ero piccola, ogni anno, passavano le settimane delle ferie dei miei, ad agosto, in montagna ad Ussita, in bungalow. Tornandoci un paio d'anni fa, cambiate un po' le percezioni dimensionali.. be', quei bungalow erano veramente piccoli! E' proprio questo il motivo per cui abbiamo smesso di andare, quando è arrivato in famiglia il piccolo Marco.
Il dolce ricordo che ho di quelle estati in cui c'era ancora Nonna Sesta, è quando si alzava presto la mattina dal lettone che dividevamo cercando di non svegliarmi... cosa che non le riusciva mai! Allora fingevo di dormire, mentre lei scaldava il latte, faceva il caffè e farciva i maritozzi...

Quando poco tempo fa, mi è capitata sotto mano la ricetta tradizionale dei maritozzi (piccola curiosità: i maritozzi si chiamano così perchè una volta levitati e cotti, nel forno rimangono tutti attaccati, come fossero appunto "maritati"), ho deciso di cimantarmi nella preparazione. Ho fatto decisamente bene! Nonostante io sia una che ama e incoraggia le variazioni, vi consiglio di attenervi in più possibile alla ricetta che vi darò, pena piccoli errori che possono vanificare la levitazione.


MARITOZZI TRADIZIONALI
Ingredienti: (queste dosi sono per 10-12 maritozzi)
Per l'impasto.
2 uova (a temperatura ambiente, è importante);
130 g di zucchero;
100 ml di latte tiepido;
100 ml di olio di semi;
65 g di lievito di birra;
500 g di farina, circa;
2 cucchiai di mistrà (o rhum, ma io preferisco il mistrà);

un pugno di uva passa e/o un cucchiaino di semi di anice (facoltativi);
scorza grattugiata di un arancia (al limite, usate l'aroma).
Per la glassa.
150 g di zucchero;
1 albume;
qualche goccia di succo di limone.

Mettete a bagno l’uvetta nel liquore, nel caso la vogliate usare, per una mezz’ora.

Sciogliete il lievito nel latte. In una ciotola grande montate le uova insieme con lo zucchero, sbattendoli con le fruste per qualche minuto; in seguito aggiungete il latte (col lievito ben sciolto), l’olio, la scorza d'arancia ed, infine, circa ¾ della farina, fatta scendere da un setaccio. La restante farina va sparsa sulla tavola dove poi va maneggiata ben bene la pasta.

Non abbiate fretta nel maneggarla: deve essere lavorata molto a lungo: alla fine deve risultare liscia ed elastica.

Mettete la pasta a lievitare in una ciotola, coperta da un panno umido, in un luogo tiepido, privo di correnti d'aria. Quando sarà raddoppiata di volume, recuperatela, maneggiatela ben bene di nuovo (non preoccupatevi: deve sgonfiarsi un po'!) e quindi formate, in una teglia, dei panetti a forma di seme (o di occhio): allungati alle estremità, le quali saranno a punta. Metteteli ben distanziati.

Coprite la teglia con un panno leggero e far lievitare l'impasto una seconda volta. Quando si saranno “maritati” (cioè si saranno attaccati fra loro), sono pronti: ora cuoceteli in forno già caldo, a 180 gradi, per più o meno una ventina di minuti. Come indicatore di cottura, usate il colore.

Ora avete i vostri, profumatissimi, maritozzi.
Se volete, ora si possono spalmare con una dolce glassa bianca: le proporzioni per quest'ultima sono 150g di zucchero:1 albume. Il mio consiglio è aggiungere qualche goccia di limone. Dopo aver spalmato un sottile strato di glassa, rimetteteli in forno per un minutino.


Come è evidente dalla foto, ho un po' esagerato con la glassa, con l'effetto che dopo la cottura si è un po' sbriciolata. Niente di grave, ma cercate di essere parsimoniosi. Possono essere mangiati così o farciti con marmellata o cioccolata (meravigliosi! :) ). Potete, in alternativa, con queste dosi, preparare non 10 panetti ma un panetto più grande, da tagliare a fette. I maritozzi si conservano benissimo in un sacchetto di plastica ben chiuso o in una scatola di latta, al buio in dispensa. Possono anche essere congelati, rimangono perfetti, come le brioche.

Provate a farli: vale veramente la pena, e poi... il sapore delle cose fatte in casa non è paragonabile a quello delle cose comprate già fatte. Ad ogni morso mangi anche un po' di soddisfazione!

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