Pesche dolci.
La mia espressione della foto dice tutto: il Carnevale per me era, ed è, uno strazio.
Ogni anno milioni di aspettative, vestitino nuovo e poi mi ritrovavo sempre alla solita stupida festa in maschera per i bambini del paese. :S Magari io e mamma sceglievamo un vestito che dicesse con quello di mio fratello e lui prendeva costantemente la febbre.
Poi l'adolescenza, l'incubo per tutti, ormoni sfasati e rabbia incontrollabile... sono arrivata persino a mascherarmi da mostro dei film horror (=.=') per manifestare la mia ribellione... per poi girare sempre senza maschera perchè facevo piangere tutti i bambini! :D
Poi sono cresciuta, sono arrivata al liceo, e Carnevale era vestirsi da contadinella, carota gigante e altri costumi piuttosto imbarazzanti con i carri di carnevale, per far contento questo e l'altro amico del paese... pensate che un anno la mia timidissima mamma si è vestita da Bugs Bunny! O.O E poi diteci che non vi vogliamo bene!
Poi le feste universitarie. Incubo, non aggiungo nient'altro. Le feste universitarie di Carnevale mi fanno solo ricordare ogni anno di quanto odi le feste universitarie di Carnevale.
Però c'è da dire che tutto l'ingegno delle studente universitario a trovare i costumi più geniali/ridicoli/idioti/low cost alla fine paga... costumi affittati buuu!
Direi che a questo punto avete capito che ne penso della festa del Carnevale. E' come tutti gli altri giorni dell'anno, con la differenza che a Carnevale ti devi trovare uno stupido vestito che sporcherai, strapperai, e al massimo se ti va bè lo riciclerai ad Halloween!
Ma non è tutto qui.
Carnevale a casa Cerquetti era anche, e soprattutto, altro.
Era profumo di crema e di alchermes, di miele e limone, di zucchero a velo e mandorle tostate.
Era tutta la casa che diventava per 3 giorni l'anno un gigantesco forno, con le stufe al massimo per far lievitare tutti gli impasti che "dormivano" nella camera da letto di mamma e babbo, e la friggitrice, aimè, in costante funzione!
Frappe, scroccafuse: nonna era la regina, sovrana detentrice del potere supremo in cucina. Come lei nessuna! Se c'era una cosa che le veniva bene era proprio tirare la pasta.
Cicerchiata e krapfen: mamma all'opera. Erano i lavori più pesanti, e se devo dire la verità, nonna mangiava, ma cucinare robe complicate proprio non le piaceva! Delegava senza problemi, almeno queste.
Mio fratello Marco specializzato nel ficcare le manine impiastricciate ovunque e sbucciare le mandorle.
Mio padre mangiava quelle in eccesso per paura che avanzassero (=.=).
Ed io? Limoncini e Pesche dolci.
Insomma, ognuno faceva la sua parte. Era una giostra! Ne uscivi stanco e felice.
Ora che la mia nonnina se n'è andata, Carnevale non è più lo stesso delirio di 3 giorni di faticacce in cucina. Nessuno ha più la pazienza di star lì giorni, a friggere ed impastare. E nessuno fa le scroccafuse.
Ed ora udite udite, e reggetevi forte.
ODIO i fritti di Carnevale! Non so perchè, da quando, com'è successo, ma al massimo assaggio un krapfen all'anno, perchè di quelli proprio non ne posso fare a meno.
Uno, solo uno, soltanto uno è il dolce che mi fa ancora aspettare il Carnevale con ansia. E guarda caso non è fritto.. Albicocche o Pesche dolci, chiamatele come volete, ripiene alla crema e ricoperte di Alchermes, sono un'innovazione apportata da me, in disperata fuga dal fritto in età adolescenziale.
Quest'anno, per la prima volta dopo che è morta nonna Sesta mi ha aiutato mia madre che ho sfruttato per i lavori più "umili" (il fatto che abbia assunto il controllo della cucina di casa la turba molto, molto poco), complice un pomeriggio libero dal lavoro.
Marco, curioso come quando aveva 6 anni, s'è mangiato la crema (prima e) mentre mi aiutava a farcire le pesche, ed ha rubato 2 metà di pesca crude per tentare il disperato tentativo di cuocerle al microonde (tranquilli, alla fine ha rinunciato all'insano proposito...).
Mio padre non aveva mandorle da mangiare, quindi si è limitato a rubare metà di pesche cotte e inzupparle nell'alchermes a mo' di cornetto. Tutta salute!
E io a ridere, ad impastare (come sembrava facile quando lo faceva nonna!) ed a tingermi tutte le mani di rosso.
Anche se non c'è più mia nonnina, vale ancora la pena di fare le "faticacce" dolciarie di Carnevale... L'aria che si respira è sempre quella.
Quella che sa di crema e di Alchermes, di miele e limone, di zucchero a velo e mandorle tostate.
Questa ricetta è quella che ho usato quest'anno, è fantastica. Tratta dal libro sui dolci della collana "Ricette, Ricordi, Racconti" delle sorelle Di Chiara.
PESCHE DOLCI ALLA CREMA
Ingredienti (per 14-16 pesche, una 30 di mezze sfere):
Per le mezze Pesche
500 g di farina, circa;
2 uova a temperatura ambiente;
3/4 di bicchiere di latte;
60 grammi di burro;
60 grammi di zucchero di canna;
30 grammi di lievito di birra;
Per il ripieno di crema
500 ml di latte;
3 tuorli;
3 cucchiai di zucchero;
3 cucchiai colmi di farina;
1 scorza di limone.
Per decorare
1 bicchiere e mezzo di Alchermes;
1 albume;
zucchero semolato, q.b.
Prendetevi tutto il pomeriggio, vi servirà.
Preparate un primo impasto, in una ciotola, con 1/3 dello zucchero, metà del latte, intiepidito e nel quale avrete sciolto tutto il lievito, ed 1/5 della farina totale. Fatene un panetto rotondo, incidetelo con un coltello a croce sulla sommità e lasciatelo lievitare in un posto tiepido per una mezz'ora, coperto con un piatto rovesciato.
Passata la mezz'ora, o comunque quando avrà raggiunto il doppio del suo volume iniziale, preparate il resto dell'impasto: fate una fontana di farina sulla spianatoia (avendo cura di lasciarne un po' da una parte se dovesse servire), aggiungete al centro il resto dello zucchero, il resto del latte, le uova leggermente sbattute ed il burro molto morbido a pezzetti. Cominciate ad impastare, e quando comincerà a diventare omogeneo, aggiungete il panetto del primo impasto, a pezzetti piccoli, uno per volta. Maneggiate molto a lungo finché l'impasto non diventa morbido morbido. Dopo di che fatene un panetto, mettetelo in una ciotola, incidetelo a croce e coprite la ciotola con un panno sottile, bagnato di acqua calda, poi strizzato accuratamente.
Fate lievitare in luogo caldo, per circa 1 ora, o almeno aspettate che raddoppi di volume.
Nel frattempo preparate la crema, che dovrà essere molto molto compatta. Mettete a scaldare il latte in un pentolino: dovrà essere molto caldo ma non bollire. Nel frattempo in una ciotola sbattete con la frusta i tuorli d'uovo con lo zucchero, fino a renderli una spuma chiara. Aggiungete uno alla volta i cucchiai di farina, allungando se serve con il latte caldo, versato a filo. Aggiungere tutto il latte, poi versate la crema in una pentola più grande, aggiungete la scorza di limone e portate a cottura. Fate freddare.
Quando il composto sarà lievitato riprendetelo, senza sgonfiarlo troppo.
Fate delle palline del diametro di 2-3 centimetri (regolatevi voi, con le dimensioni: io ne faccio di piccole e di grandi, ne possono venire di più o di meno), e appoggiatele molto distanziate su delle teglie da forno rettangolari ricoperte di carta forno (o imburrati). Devono venire circa una trentina di mezze sfere. Copritele con un panno sottile bagnato con acqua calda e poi strizzato accuratamente e ponetele in luogo caldo a lievitare.
Quando saranno ben cresciute, spennellatele delicatamente con del latte, e cuocetele in forno già caldo, a 150 °C per 15-20 minuti. Sfornate e fate freddare su una gratella.
Quando sarà tutto freddo procedete con l'assemblaggio.
Con la punta di un coltello, scavate un buchino in ogni mezza sfera. Con un cucchiaino, versate nel buco un po' di Alchermes, e bagnate anche tutto il resto della base. Riempite il foro con una pallina di crema, e spalmatene anche un po' alla base, cosicchè le due metà di una Pesca si "incollino bene".
Fate una bagna mescolando insieme un bicchiere di Alchermes e un albume (vi saranno avanzati dalla crema!). Con l'aiuto del pennello, bagnate tutta la Pesca all'esterno, e immediatamente rotolatela in mezzo allo zucchero semolato, che deve aderire perfettamente.
Mettete le pesche pronte in un vassoio da pasticceria o in dei pirottini di dimensione adeguata.
Quando non le mangiate, copritele con la pellicola, rimarranno morbide più a lungo!
Poi quest'anno ho scoperto che le Pesche sono anche il dolce di Carnevale preferito di Michele, il mio fidanzato, che ha la mia stessa intolleranza per i dolci fritti di Carnevale.
Era destino direi! ^^ Carine le decorazioni, vero? Sembrano Pesche vere! Volendo se le avete potete usare le foglie di ostia, quelle che si mettono sulle torte... Siccome a casa mia piacciono solo a me, non le ho comprate per niente.
Con le mie adorate Pesche partecipo al contest di "Spadelliamo insieme?", E il tuo Carnevale com'è?
E come dice il titolo, Francesca chiede di descrivere un profumo, un piatto, un ricordo.
E' stato per me come un tuffo nel passato, era tanto che non pensavo più all'atmosfera di quei giorni, grazie Francesca.
Partecipate anche voi! :)
Besitossss!
Babi
Commenti
Annamaria
In questi giorni farina da tutte le parti...
Ma vedo che tu hai preso dalla nonna sei bravissima ..!!la sua esperienza il suo calore è dento di te e lo hai aqcuisito senza rendertene conto...un abbraccio ..!!!!
Ora ho letto